La peste a Verona nel 1630
La grande pestilenza del 1630 colpisce gran parte dell’Italia settentrionale, ed è per Verona in assoluto l’evento più catastrofico sul piano della sua storia socio-sanitaria: su una popolazione di 50.000 abitanti dell’epoca, ben 30.000 vengono portati via dal morbo.
Durante la visita parleremo degli antichi conventi adibiti alla cura dei malati, e di quelle che sono le tecniche – ma molto più spesso le credenze – utilizzate per far fronte al contagio.
Si tratta sicuramente di una scoperta della città fuori dal comune e dalle rotte forse più classiche, ma soprattutto di un’esperienza che racconta storie vissute che meritano di non essere dimenticate.
La tragedia della peste diventa, infatti, occasione per capire in modo unico la quotidianità della vita delle persone durante il ‘600, con i loro usi, costumi e, come visto, credenze.
L’epidemia vede, infatti, attivare misure di contenimento dai tratti apocalittici, come la chiusura delle case delle persone colpite dal morbo, con il contrassegno di una croce all’ingresso. E, ancora, gli edifici ‘contagiati’ vengono bruciati impiegando legna imbevuta di resine e le pareti vengono sanificate impiegando la calce.
Ma nei momenti che precedono il disastro, la città vive, come è normale che sia, attimi di smarrimento, in cui le persone non sanno cosa stia succedendo e anche gli uomini di scienza si dividono fra pareri diversi, finché la dimensione della pestilenza diventa, purtroppo, chiara a tutti.
La scoperta della Verona nell’anno della grande peste permette quindi di immergersi in lati storici e sociali che difficilmente si trovano nei libri, ma anche di fare un’immersione nei luoghi naturali che ne sono stati protagonisti.
Il Lazzaretto di Verona
Il Lazzaretto di Verona viene costruito nel 1549 a San Pancrazio, una località vicina all’Adige che si può definire ‘strategica’ perché isolata dalla città, ma facile da raggiungere per via fluviale.
Diverse fonti riportano che questo edificio sia opera di Giangiacomo Sanguinetto, ma realizzato su disegno originale del Sanmicheli, architetto che sigla molte delle opere più carismatiche e identificative della Verona del Rinascimento.
La struttura viene completata nel 1628, vale a dire due anni prima dell’annus horribilis 1630, quando la peste colpisce Verona e gran parte dell’Italia settentrionale.
Al termine della pestilenza, che per fortuna è l’ultima a colpire la città, il Lazzaretto viene allora destinato a ospedale e, più tardi, all’uso di deposito di esplosivi. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale una parte viene distrutta da una deflagrazione, causando numerose morti.
Oggi questo edificio è testimonianza delle atrocità della guerra e, in una visione storica più antica, di un evento che decima la popolazione veronese, segnando profondamente la storia della città e dei suoi abitanti.