“Barocco” è definizione vaga per riferirsi ad un’epoca storica e ad uno stile artistico, anche se le due cose non coincidono sempre con precisione. Grossomodo però l’arco temporale in cui i caratteri storici e quelli artistici si rincorrono, va dalla fine del Cinquecento all’inizio del Settecento.
Alcune opere barocche a Verona
Come in moltissime città d’Italia, lo stile barocco è molto diffuso nell’ambito ecclesiastico: è difficile trovare una chiesa, fosse anche la più impervia pieve romanica, che non abbia almeno un altare baroccheggiante, e Verona non fa eccezione! Ma di interamente concepito come barocco nella nostra città si possono enumerare pochi esempi, come la chiesa di Santa Teresa agli Scalzi, o gli interni di Santa Eufemia, o la Cappella Varalli in Santo Stefano. Anche nell’edilizia privata gli esempi realmente eclatanti sono pochi: certamente il più evidente è Palazzo Maffei, per la sua centralissima (e forse non troppo pertinente) posizione in Piazza delle Erbe.
Caratteri del Seicento veronese
Ritengo tuttavia più interessante addentrarsi nell’epoca, più che nello stile. Il Seicento è poco trattato nella divulgazione storica perché è generalmente considerato il secolo della miseria, attraversato da fatterelli di poca rilevanza politica e sociale. E’ vero che i “semi” di questa languida, voluttuosa, morbosa decadenza sono da cercarsi nel più prospero Cinquecento (Controriforma, crisi del commerci mediterranei…), ma gli effetti di questi sono patrimonio del Seicento. Ogni chiaroscuro d’altare davanti al quale possiamo struggerci con l’occhio artistico, è uno specchio di un tormento spirituale e religioso; ogni pomposa facciata o nobile scalone, non è altro che la maschera per celare l’impotenza delle grandi famiglie di fronte alla crisi economica; ogni busto di governatore veneto che spicca dalle facciate dei palazzi del potere, è una parrucca che copre il diradarsi di una società colpita dalle epidemie (celebre il Gran Contagio del 1630, con i suoi 30.000 morti su 50.000 abitanti) e dalla paura verso una criminalità diffusa tanto nelle boscaglie intorno alla città, quanto negli ampollosi tribunali fatti per proteggere i “bravi” al soldo dei potenti. Il centro storico di Verona è pieno di piccoli indizi che raccontano queste torbide atmosfere.
Una chicca del gusto “morboso”
Sullo sfondo, una grande storia che racconta di guerre navali contro i Turchi, di grandi elevazioni teologiche, di oro e marmo profusi in espiazione di morbose colpe, di uno sfarzo nero di cui si veste la vera, immensa protagonista di questo secolo: la Morte. E qui, la tappa immancabile a Verona, che fa risalire la nostra città nella lista delle capitali del Barocco, è il Reliquiario di Santa Maria del Paradiso, sconosciutissimo anche ai locali, ma tra i più ricchi ricettacoli di ossa, brandelli di sudari e organi essiccati d’Italia, forse d’Europa.