La Verona d’inizio Novecento e il Palazzo dei Mutilati

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La Verona d’inizio Novecento è un magma sociale e politico in cui si incrociano e fermentano i destini di una generazione: agitatori socialisti, artisti Futuristi, veterani di guerra, avventurieri dannunziani, e anche un giovane Mussolini.

Dalla Grande Guerra e Mussolini
Nella nostra città, similmente – benché in modo meno evidente – ad altre più grandi città del nord Italia, è possibile ricostruire un itinerario sui luoghi che hanno segnato lo sviluppo della società nella transizione tra Otto e Novecento, dopo l’unità d’Italia, seguendo snodi economici e politici che hanno catapultato Verona nel ciclone di tensioni forti e sanguigne. L’alba della Grande Guerra, la Vittoria Mutilata e il Biennio Rosso, con i loro sconvolgimenti ideologici; l’ascesa dello squadrismo fascista, ma anche personalità poco note di quel frangente storico, che hanno attraversato il Ventennio con sviluppi del tutto imprevedibili. Fino agli epiloghi, celebri quanto tragici, della Verona repubblichina, con la presenza dei comandi SS e con la vicenda fatale di Galeazzo Ciano ed Edda Mussolini.

I luoghi immancabili
Per una visita sui luoghi salienti della prima metà del Novecento si possono trovare molti simboli, in monumenti e targhe commemorative, già intorno alla centrale Piazza Bra’. Ma una narrazione del Novecento veronese non può prescindere dalla Cappella dei Caduti presso San Luca, elevatissimo esempio di memoriale militare e civile in stile liberty, e dal Palazzo dei Mutilati, un autentico monolite architettonico in stile littorio, tuttora perfettamente intatto non solo nelle forme esterne e negli arredi, ma anche nella propria funzione, rimasta inalterata dagli anni Trenta ad oggi. Una ideale conclusione è rappresentata dalla Sala Futurista, ambiente all’interno di una proprietà privata affrescato da pittori locali negli anni “40.