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Maria Callas e l’Arena di Verona
Maria Callas rappresenta, ancora oggi, una delle grandi icone della lirica nel mondo. Il suo nome risuona ancora, anche se lei ci ha lasciati quasi 50 anni fa; una delle più grandi cantanti d’opera di tutti i tempi. Il suo timbro di voce inconfondibile l’ha portata all’Olimpo della lirica internazionale., Una donna di grande temperamento che nascondeva una grande fragilità ad isolarsi da un mondo che le ha dato tanta gloria, fama, una grande reputazione come cantante, ma che l’ha anche travolta con critiche che poi, la porteranno ad una fine abbastanza triste

L’arrivo di Maria Callas a Verona
Maria Callas arriva a Verona nel lontano 1947, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale; tutto stava ricominciando e a Verona si cercava di rimettere in piedi il Festival delle Opere in Arena. Il Teatro Filarmonico era stato distrutto durante la guerra ed anche se si parla di ricostruzione , il tutto non potrà essere fatto velocemente. Il cantante lirico veronese, Giovanni Zenatello, che al tempo lavorava a New York , cerca nuove voci per il Festival Areniano e , consigliato da amici fa un audizione a Maria Callas. La cantante di origine greca era completamente sconosciuta e da qualche anno cercava un’opportunità di lavoro senza riuscirci. La voce della Callas impressiona Zenatello che decide di portarla a Verona per il ruolo nella “Gioconda” di Ponchielli.

Fonte immagine: Wikiipedia
L’inizio di una grande storia.
Il debutto veronese fu l’inizio di una grande carriera per la Callas; era la sua prima volta in Italia e Verona le offrì l’opportunità di decollare. Diretta da Tullio Serafin andrà poi alla Fenice di Venezia e all’opera di Roma.
Al suo arrivo a Verona, Maria è sola. Era sbarcata a Napoli da una nave cargo svedese – non aveva viaggiato di certo in prima classe! – e dopo essere stata derubata della sua piccola valigia di cartone, conosce, in occasione di una cena, Giambattista Meneghini, Titta, come lei lo chiamava. Nel 1949 si sposano proprio a Verona. Ed è da quel momento in poi che Maria Callas vive i suoi momenti di gloria. Sarà il suo rapporto con il magnate greco, Onassis, che conoscerà più tardi, a portarla lungo un percorso difficile e burrascoso che terminerà con una grande disillusione personale e con la sua fine artistica.

“Non è tutto oro quel che luccica.”
Ma torniamo a Verona e al suo arrivo e debutto a poco più di ventitré anni. Sembra essere un grande momento per Maria. Senz’altro Zenatello aveva giocato un ruolo importante nella sua vita ma, come si dice sempre, “non sono tutte rose e fiori” e, in effetti, qualche motivo di insoddisfazione aveva turbato il loro rapporto. Infatti molti anni dopo, negli anni settanta, Giambattista Meneghini, scrive una lettera dai toni poco amichevoli alla figlia di Zenatello in cui lamenta che suo padre non aveva trattato Maria Callas con i guanti di seta: le aveva fatto firmare un contratto con condizioni a dir poco sfavorevoli e non le aveva nemmeno pagato e rimborsato il biglietto di prima classe per arrivare dagli Stati Uniti, così come facevano abitualmente i teatri allora. La Callas quindi aveva dovuto affrontare le sue spese da sola ma nonostante tutte le difficoltà riuscì a emergere e ad avere successo proprio come era accaduto ad altri personaggi della musica tra cui, per esempio, Giuseppe Verdi che fu rifiutato dal Conservatorio con la scusa di non avere talento. Il tempo ha dimostrato che talento ne avesse… e tanto e lo stesso si può dire di Maria Callas.